Page 43 - 2015_Antologica
P. 43

Un cantico alla
              bellezza segreta di
                         Mondovì


                                                         Gabriella  Malfatti  ci  dona  i  suoi  microcosmi
                                                         arcani,  in  un’ampia  antologica,  nello  spazio
                                                         espositivo di Santo Stefano. La mostra testimonia
                                                         l’assidua  e  costante  ricerca  di  un’artista  che  ha
                                                         sempre  seguito  percorsi  aspri  e  difficili,  in  bilico
                                                         tra sogno e realtà.

                                                         Le radici monregalesi della pittrice sono il legame
                                                         profondo con la gente, i luoghi, l’arte della città e
                                                         affondano  nel  magico  tempo  dell’infanzia,  dove
                                   attingono le linfe della “rêverie” e dell’incanto.

                                   Per  questo  l’artista  come  omaggio  a  Mondovì  ha  tratto  ispirazioni
                                   folgoranti da alcuni “luoghi dell’anima” ed ha creato una sorta di poema
                                   memoriale, un  cantico  d’amore,  una  sequenza di  immagini  che  toccano
                                   un diapason di vibrazione lirica intensa e sublime.

                                   Quando  nei  primi  anni  Settanta  feci  l’incontro  con  l’arte  di  Gabriella
                                   Malfatti  fu  per  me  un  impatto  sconvolgente  e  memorabile,  una  svolta
                                   all’insegna  di  una  visione  moderna  e  visionaria  e  di  una  folgorante
                                   intensità  segnica.  La  pittrice  andava  oltre  i  canoni  usuali  in  un
                                   dirompente  corpo  a  corpo  con  le  immagini  spesso  scaturite  da  abissali
                                   immersioni nella psiche. Per un’edizione di poesia e pittura del “Salutme ’l
                                   Mòro” aveva “illustrato’’, anzi ricreato – con potenti immagini surreali – la
                                   profondità  lirica  di  una  poesia  di  Domenico  Badalin  (1917‐1980),
                                   incentrata  sul  monologo  drammatico  d’un  vecchio  contadino  nei  filari
                                   distrutti dopo una terribile grandinata.

                                   Gabriella  Malfatti  viene  da  una  famiglia  monregalese  con  particolare
                                   predisposizione all’arte se un prozio fu il grande scultore Mario Malfatti
                                   (1882‐1946), di cui gli Amici di Piazza conservano una notevole gipsoteca.
                                   Ha  più  volte  esposto  nella  nostra  città  sempre  cercando  di  proporre
                                   sprazzi di bellezza inedita, spunti di riflessione, mai visioni retoriche  o
                                   ridenti scorci cittadini.

                                   Ora  questa  antologica  dal  significativo  titolo  Incanti  e  disincanti  di  una
                                   ricerca inquieta mi pare possa contribuire a delineare un percorso quanto
                                   mai  originale  simile  ad  una  vasta  fiumana  che  si  snoda  in  meandri
                                   tematici.  Ne  ricordo  alcuni:  l’armoniosa  poesia  dei  cavalli,  la  metafisica
                                   degli spazi architettonici, l’astrazione lirica di brani di musica classica.


                                                            41
   38   39   40   41   42   43   44   45   46   47   48