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L'arte di Gabriella Malfatti è di matrice psichica,
tutta tesa all'introspezione. Automatica trasposizlo-
ne di contenuti interiori attraverso un' azione se-
gnica di intensa drammaticità, un "fortissimo" di
sensazioni, sinestesie, richiami culturali.
Il quadro nasce dall'intrecciarsi. di una fitta rete
di superfici, un accavallarsi di spazi e tempi interni,
dalla stesura d'un tessuto cromatico che sotto la
spinta genetica dell'artista si espande in ritmi, mo-
vimenti, campi psichicie conserva l'impulso vitale
che l'ha generato.
Colori, dalle gamme più diàfane al rerafatto con-
densarsi dei neri, come stratificazione geologica di
misteriose vite, acme di possibili evoluzioni biolo-
giche, diapason di sogni e miti.
Circolari amalgami fluiscono negli interspazi, ir-
roggiano le infinite corrispondenze delle cose, il
loro farsi "altro", simbolo, reminiscenza ancestrale.
I quadriiiella Malfatti sono un mondo orfico.Un
farsi dall' oscuro caos secondo le leggi originarie
del mescolarsi delle sostanze primigenie. Un pro-
cesso demiurgico.
Linfe stellari inebriano sguardi, galassie di alche-
mica materia tracciano orbite in mistici azzurri.
Palpitano velluti di piume d'improbabili volatili.
Frusciano steli di purissimo zaffiro astrale.
Controbilanciano la fluida dinamica delle immagini-
universi in espansione - le grandi lagune di sostanza
ineffabile, forse l'antimondo, l'antimateria artistica.
O la possibile riscrittura, la reinterpretazione ad
libitum.
remigio bertolino